Me
chiameno Giggi . Ma
chi
cavolo s'è l'è
'nventato
sto Giggi non lo so più , io so'
Giovanni ,
della vecchia
vague , che ha avuto
i suoi tempi....non
ricordo più bene quali , ma c'erano , so' sicuro . Mattinata
magnifica , mi stiracchio come un animale e ci godo . Davanti allo
specchio il godimento cala di molto . Non è un bel vedere
.
Comincio a fare la
conta dei
vari cedimenti che stanno avvenendo e lascio perdere perché è
troppo lunga . Mi sospiro un po' addosso e mi riprometto solennemente
di fare una serie di cose che dovrebbero restaurare un po' di salute
e bell'aspetto . Sarà una guerra durissima
e....persa
probabilmente . Venderò cara la pelle , ma chi se la piglia
,
sembra scaduta cazzo. Ma dalla pancia e dalle rughe mi distrae il
pensiero , anzi i pensieri , intorno a lei . Nell'ultimo incontro
c'eravamo aggiornati sul fatto che io sono “uno stronzo”,
parliamone , la mia bella non ama le metafore . Mio figlio ieri è
passato , sta cercando un lavoro , che pare si nasconda molto bene .
Ma lui è un'aquila , sveltissimo , non glie ne sfugge uno , du'
giorni quà 'na settimana là , un mese intero , l'altr'anno . Certo
ai miei tempi era diverso , rimediavi il posto , e lí te piazzavi .
Adesso te devi move , l'hanno fatto pe' stimolare la creatività
,
chi non si muove schiatta , eeh mica se po' avere tutto garantito ,
dicono loro , me viene una perplessità , ma poi vedemo . Voglio
passare al portichetto , indove che ci sono i piú grandi esperti nel
dare i voti alle femmine che , ignare , passano per i fatti loro ,
gente che c'ha studiato . Mi faccio aggiornare , che io rimango
sempre mpo' indietro sull'ultimi sviluppi , mi ci faccio belle risate
. Passo per la spiaggia , oggi finalmente é bello , allungo un po'
, ma il mare fuori stagione é una meraviglia , ste giornate
silenziose e luminose . Due ragazzetti si baciano piú avanti , persi
l'uno nell'altro , beati loro , scalda il cuore , ma mi viene anche
in mente che se l'avessimo fatto noi alla loro età le botte non ce
le avrebbero risparmiate , soprattutto alle femminucce , anzi solo a
loro . Salto sul lungomare , traverso la piazzetta e poi un
gruppetto di palme scampate alla strage degli ultimi parassiti .
Ormai ne abbiamo sempre di nuovi , il mondo va avanti , diciamo così
. Quando
arrivo al portichetto sembrano annoiati , domando che succede
-
c'è poco passo -
-
passo de che -
-
non ce n'è una bona -
Molto
addolorato per la frustrazione estetica degli esperti entro nel bar
che sta in fondo al portico . Locale grosso e spoglio , qualche
tavolo , poca gente . Mi chiamano :
-
ciao carissimoo ! -
-
chetteserve -
-
perchè cosí ruvido Giggi -
-
m'é venuto un malumore -
Roberto
, molto elegante , modi quasi raffinati , imparati strada facendo ,
io conosco bene quelli originali , gnente de chè ....
Ai
tempi ci trovavamo tutti qui , tra la piazzetta il portichetto e le
quattro panchine tra le palme , il secolo scorso , un pianeta diverso
, diversi I colori gli odori gli affetti e le parole , tanta
ingenuità , la speranza era normale , immaginare cose diverse era
normale , l'entusiasmo ancora esisteva , progetti piccoli e grandi ,
il futuro era in buona salute , i cuori pieni , camminavamo anche ,
oltre che volare . Ma ormai sembriamo un branco
di coglioni, senza alcuna coscienza di quello che continua a bollire
fuori da ste quattro case. Qui intorno c'è uno tsunami che cresce e
qui se provi ad accennarlo, svicolano da tutte le parti pur di non
ascoltare. Ci svegliamo ogni tanto con qualche bomba mediatica
intorno a orrori che avvengono continuamente ma di cui c'accorgiamo
solo quando ce li servono pepati martellanti e sceneggiati. Alla fine
non ne sapremo nulla realmente, sbattuti tra invenzioni e verità a
la carte
Roberto
, ai tempi , era un pischello pieno d'entusiasmi , prometteva tanto
. Sono sempre stato scettico su quelle loquele torrenziali , prolisse
, sventolanti promesse fumose che hanno sempre affascinato tanti di
noi boccaloni sognanti palingenesi dalle gambe corte corte .
Rivoluzzionari al vapore (due z perchè deppiú), istinto ferino nel
cogliere le pulsioni più infami da cavalcare per avvicinarsi al
potere , e neanche uno straccio d'una coscienza etica , d'una
corrispondenza minima con bisogni e interessi che non fossero
strettamente i suoi E con un nutrito gruppetto di fedeli ammiratori
della sua capacità di approfittare di quello che è di tutti, anche
loro, un “granparaculo ciassaputofà”. E non fanno il conto di
quello continua a togliere anche a loro.
Bofonchio
un saluto per non mandarlo affanculo ed esco , i valutatori di
femmine mi richiamano, efficentissimi, verso un culo effettivamete
notevole che svolazza tra le palme , do la mia approvazione e mi
avvio . Dovrei raggiungere “colei che'l cor mi prese" , ma
non é una bell'aria . Conosco quella postura dolorosa ma non riesco
a fare niente . M'è apparsa dieci anni fa , che ascoltava assorta la
conversazione di alcuni amici intorno a un tè , mentre alzavo lo
sguardo da un libro che stavo leggendo . Per parecchi minuti non ero
piú riuscito a riprendere il libro e poi per tutta la sera ero stato
comunque distratto e attratto da lei , che non mi cagava per niente ,
mentre io non riuscivo a smettere di guardarla.
Stavo
per dimenticare Sandro. Dobbiamo decidere quasi tutto sulla prossima
sortita. Quando arrivo non è solo, c'è qualche amico e stanno
prendendo il caffé. Cerco di telefonare che non arriverò in orario
ma non riesco ad avvisare Lella. Mi dispiace, ma non posso fare altro
che buttarmi su una poltrona tra loro.
Lucio
Elio Mario e Sandro stesso sono strani, sembrano agitati:
-
'Na bomba atomica perdio, 'na bomba ! ammazzarli tutti, non basta
l'invasione, c'ammazzeno pure, non se po' fa' ! -
-
Non sai di che parli Elio, lascia perde le bombe atomiche che l'aria
è gia abbastanza
brutta -
-
Ammazzano nel nome di Allah, a dirla cosí sembra 'na bestemmia,
Allah vuol dire Dio o no ? -
Sandro
corre ad aprire e la voce di chi sta entrando ferma tutti per un
attimo. Goragh è un egiziano amico di Sandro e ormai anche nostro,
atipico, direi perché parla un romanesco perfetto e anche lo spirito
è quello, irriverente e ironico. Goragh è un po' atipico anche per
gli egiziani perché è il risultato di un “impiccio” che ogni
tanto succede al suo paese. Un matrimonio tra un musulmano e una
copta ortodossa. Le due famiglie vivevano porta a porta in un
villaggio a trenta chilometri dal Cairo. Quando i “piccioncini”
(i genitori di Goragh) si sono innamorati sono cominciate le liti,
ognuno rimproverava all'altro di non impedire ai ragazzi di farsi gli
occhi dolci. Prima che cominciassero le coltellate per lavare la
vergogna, soprattutto da parte dei musulmani che sono più rigidi, la
famiglia copta s'è trasferita al Cairo, mimetizzandosi in un
contesto molto più eterogeneo e laico, il ragazzo li ha raggiunti e
l'amore ha trionfato. E hanno sfornato sto ragazzone, che ormai ha
quarant'anni e sta qui da venti, e senza ansie religiose.
Quando
Goragh entra nella stanza il silenzio continua per qualche attimo e
poi di colpo tre o quattro voci simultanee:
-
A Goraghe ma che cazzo è sto Isise, ma che vonno, facce capi'....-
Goragh
diventa serio, sospira, I suoi amici d'infanzia, musulmani o
cristiani, erano tutti a piazza Tahrir e tanti sono stati massacrati
dalla polizia. Si siede lento e comincia a parlare, a voce
bassa......
Goragh
è lucido ma carico, di preoccupazione soprattutto, non ha mai
interrotto i contatti con parenti e amici, ha vissuto con loro via
web entusiasmi e tragedie. Rispetto alla nostra domanda parla per
prima cosa di paura. La paura che lui dice essere in tutti gli arabi,
la gente normale intende, La paura detta o non detta fa parte ormai
di tutti. Ci sono i fanatici, non sono pochi , ma neanche tanti
quanto sembra da certi report raffazzonati. Dopo le stragi e le
disastrose guerre americane degli ultimi quindici anni, le primavere
arabe avevano creato speranze che sono state terribilmente deluse.
Goragh
parla da egiziano ma anche come uno che ha visto da fuori e sentito
racconti diversi, riesce a guardare un'area più larga. E dice che
l'Isis non è “un” problema ma una somma di problemi che
convergono. Uno dei problemi più grandi è la crisi dell'Islam
stesso, ci sono spaccature profonde tra le confessioni e all'interno
delle stesse, conflitti politici travestiti da conflitti dottrinali o
addirittura teologici. L'affievolirsi diffuso della religiosità ha
prodotto una radicalizzazione violenta nelle frange più
tradizionaliste, che non tollerano aperture o evoluzioni dei modi
antichi di vivere.
Quello
che gli occidentali non sanno è che il laicismo praticamente non
esiste nella cultura musulmana, anche chi è tiepido o non praticante
è sempre immerso nelle parole di Allah di augurio speranza
benedizione o ringraziamento. Tutto ruota intorno a questo e
l'identificazione è automatica. Ci sono da tempo scuole di pensiero,
che senza sconfessare l'ortodossia coranica, auspicano cambiamenti
sociali, la tolleranza e la democrazia. E anche pratiche politiche
che in vari paesi, dal '900 hanno allentato le forme più opprimenti
della Shari'a, e introdotto cambiamenti importanti nella vita civile.
Ma
i governi più potenti dell'occidente hanno provveduto
diligentemente, dopo aver costruito i mostri, a bombardare,
distruggere e massacrare soprattutto questi paesi. Chissapperché.
Il
risultato di fatto della delusione è un profondo nichilismo,
soprattutto tra i giovani, sia nei loro paesi che tra quelli arrivati
o nati qui, mai davvero inclusi tranne pochi, una rabbia sottostante,
che può indurre ad aderire ai progetti più folli, e mi viene un
brivido quando Goragh esclama accorato che la rabbia di cui parla è
anche dei nostri figli non solo dei musulmani.
Diventa
l'immagine di un vortice della storia che ci obbliga a difenderci,
quindi continuare ad ammazzare ed alimentare senza sosta
l'aggressione reciproca, perché fare i buoni adesso pare tardino. E
solo i musulmani che non hanno alcuna voglia di imbracciare i
kalashnikov forse riusciranno a spegnere sto fuoco che non si può
eludere, non facendosi risucchiare dall'Isis, se i governi
occidentali non li spingeranno nelle loro braccia adottando la
prepotenza grossolana di sempre, la solita difesa...un po' troppa.
Goragh tace guarda a terra e scuote piano la testa.
Sono
io il primo che apre bocca:
-
Ce voleva sta botta d'allegria -
Qualche
sorriso mesto esce fuori e io c'ho un soprassalto
-
Devo andare cacchio, se tardo ancora chi la regge ! -
Parto
sparato, ma poi rallento, man mano che m'avvicino, man mano che
rientro in quello che corre tra noi.
La
sacca, la partita di stasera, casa é vuota. Crollo su una sedia. Ho
capito, ho fatto tardi, ma avrai trovato gli avvisi di chiamata
quando hai rincocciato il campo elettromagnetico cazzpita, sai che
ho provato a chiamarti...mi dispiace ziocan, ma so che adesso è
impossibile farti sentire che non è disattenzione o noncuranza. Giro
un po' per casa, non c'ho piú voglia di nulla, non ho voglia di
telefonare, non devo scusarmi, basta, prendo la sacca e vado.
Sono
in buona compagnia stasera al campetto, tutti mosci. Fatta la
costatazione tocca ciucciarsi anche una salva di battutacce, dato che
nessuno di noi è un bocciolo, anche se spesso ci proviamo. Fine
partita senza gloria, spogliatoio, nel carnaio un tantino cadente,
tra il gran vociare e olezzi in lotta tra loro Mario se ne sta in
disparte e ci risponde appena, con un piccolo ghigno semiserio.
È
un po' atipico tra noi noi sto “ragazzo” sessantacinquenne magro
e tosto, beato lui, che quando la banalità monta diventa un
rompicoglioni, ma con uno humour fulminante, che ogni tanto ci
stende dal ridere. Siedo
lì accanto armeggiando con calze e scarpe.
-
Allora Mario... -
-
Chettedico, va bene, abbastanza bene -
-
La signora, er pupo ? -
-
Er pupo fa cinque chili e cinque centimetri più di me, la signora fa
la dieta, stiamo bene. A dirla tutta io c'ho una nostalgia. -
-
Na nostalgia ? -
-
Si, di quando eravamo meno sparpagliati, magari più stupidi, più
ingenui, meno “dritti”, meno “cattivi”.-
-
C'hai nostalgia di quando eravamo più stupidi ? -
-
Anche meno cattivi, siamo più scettici, ma non c'abbiamo
guadagnato, anzi. Credevamo in qualcosa, ognuno c'aveva il suo..-
-
Tornare indietro alle vecchie fedi ? Ma manco...-
-
Infatti proprio no. Ma non riguarda solo noi, anche chi governava
credeva in qualcosa. Perfino la delinquenza era diversa. La delusione
ha solo distrutto, per ora, l'economia la società e i rapporti
umani.
-
La stai a buttà 'n politica...o la butti 'n caciara ?
-
Ci vorrebero criteri, e un sentire, aggiornati, non solo la
costatazione del male che abbiamo dentro ma anche il resto, sta
mancanza totale di affidamento, per ora, ci fotte, ci fa scappare
perfino da quelli che ancora chiamiamo “amici”.
-
Infatti sta parola ormai....-
-
Bravo, 'nnamo a magnà.
Sulla
piazzetta davanti al teatro del paese, sparsi a piccoli crocchi che
parlano a bassa voce pe' dasse un'aria educata, aspettiamo l'
entrata. I tigli intorno alla piazza mandano un profumo che sturba,
l'aria trascolora, s'avvicina la sera, e anche Lucio:
-
Te lo ricordi Bruno ? -
-
Abbastanza perché ? -
-
Te lo ricordi che suonava ?
-
Eccome no, ma era er paleolitico -
-
Embè il complesso è quello -
-
Ma non hanno mai smesso ? -
-
Ma noo, hanno ripreso due anni fa -
-
Ma fanno roba di allora ?-
-
Certo -
-
Allora bitols e rollistonze -
-
No praticamente solo italiani -
-
Ma l'italiani gajardi so' di qualche anno dopo -
-
E j'è sfuggito... -
Vedo
che i gruppetti cominciano ad agitarsi e puntano una macchina che
arriva. Dev'essere il divo della serata perché i sonatori stanno già
dentro. È coso lì come se chiama, che ha fatto qualche trasmissione
in televisione, poi è scomparso, poi ogni tanto ricompare su qualche
rete cadetta e c'illumina un quarto d'ora, fino alla prossima. E per
una decina di minuti c'è un affascinante balletto di persone che,
impercettibilmente incurvate, s'avvicinano e si sparano il selfie,
finché “il capo” lo prende sottobraccio e, un po' gonfio, lo
scorta dentro tra un tripudio di telefonini che riprendono, a maggior
gloria di facebook.
In
sala partono i ritrovamenti, i rincontri, le potenziali rimpatriate,
in tanti siamo scomparsi per periodi più o meno lunghi, Fatico
a riconoscerne qualcuno ma mi aiutano gentilmente. Grande allegrezza
mi coglie nel costatare che le cosce di Marta non hanno sofferto
affatto. Qualcuno troppo rigido mi da un imbarazzo che vorrei diluire
con una vecchia battutaccia, lascio perdere. Guardo Dario,
giacca
e cravatta, sempre così. Probabile che ci vada anche a dormire. Mi
dispiace, ma non riesco ad apprezzare sto intestardirsi ad
abbigliarsi come un cafoncello risistemato, o come il nonnetto che si
è fatto fare il doppiopetto "moderno". Ho idea che Dario
creda di rappresentare la sua datata idea di distinzione, o forse di
un prestigio sociale che sa un tantino di metaforica muffa. Peccato,
spero che dietro quel nodo a scarpetta ci sia ancora il Dario che mi
piaceva. Ma forse non c'è più,
Poi ci godiamo i vecchi rockers casarecci fino alla fine con grande
amor di patria e grandi applausiL'entrata in pizzeria ci rinfranca,
la serata è freddina. Invadiamo lentamente la sala e due grandi
tavoloni che abbiamo prenotato, ognuno cerca di disporsi secondo le
proprie affinità e freguentazioni. Ricomincia il chiacchiericcio
mentre i menù passano di mano in mano. Lella è qui, pacificata
grazziaddio, sono felice e glie lo dico, mi sorride e intreccia una
chiacchiera fitta fitta con Roberta, legittima consorte di Elio, che
parla a bassa voce e piuttosto agitata, ma non riesco capire bene di
cosa si parla. Elio due posti più in la sembra molto assorbito
dagli argomenti di Anna, che anche visti da qua sembrano molto
interessanti, e lo stronzo non lesina la sua attenzione. Appena
finito, mentre tutti cominciano ad alzarsi e a defluire Roberta mette
giu il coltello con colpo secco che spacca il piatto a metà e si
avvia imbufalita verso l'uscita. Lella mi fa un cenno e la segue
preoccupata. Elio sembra svegliarsi in quel momento, lo guardo e mi
fa spallucce come se non capisse, chiaramente falso. Intorno pochi
hanno capito cosa succede, sono sorpresi, mentre quelli più vicini
sono imbarazzati. Comunque tutti svicolano rapidamente senza parlare.
Mentre passo vicino a Elio lui tenta di dirmi qualcosa, lo mando
all'inferno con un gesto della mano e vado via.
Lella,
il rientro a casa, in questi momenti di pace, tra noi è silenzio,
piccoli scambi sottovoce, brevi contatti e sguardi, mentre guido, e
guardiamo la notte, già bella.
Più
tardi Lella mi parla della rabbia di Roberta. Elio durante la cena le
ha sbattuto in faccia il suo rapporto con Anna, dopo vari altri
segni, e Roberta è andata fuori giri. È passata a prendere il
figlio ed è andata dalla madre, con l'intenzione di cercare una casa
immediatamente. Non avevo capito niente e ci rimango male per
Roberta, che è un'amica anche per me.
Il
giorno dopo nel pomeriggio Roberta passa da noi. Sta sotto un treno.
La sua mammina adorata le ha fatto una filippica interminabile
riesumando tutta la merce avariata del vecchio familismo; bisogna
capi', l'omini so così, l'omo è cacciatore, la famija è la cosa
più importante, tocca sapesselo tene', 'n ta fatto manca' gnente. E
alla fine ha sbattuto in faccia a mammina che lui le ha fatto mancare
la cosa più importante, il rispetto, fino a esibire la tresca.
Le
variazioni Goldberg, questo è più fissato de me. Lucio a occhi
chiusi, quando entriamo alza le mani, silenzio!....shhh, se l'ordine
è godere, godiamo. M'immagino Glenn Gould co' quell'aria da matto,
che ci regala ste sonate, potrei concupirlo.
Quando
il coitus finisce Lucio sospira e spegne, ma arriva un silenzio
imbarazzato. Tutti sappiamo quello che ci gira nella testa ma nessuno
si decide.
Poi
Mario pianissimo :
-
Cazzo hanno combinato ? -
Io
mi preoccupo :
-
Voi che te famo un disegno ? Ragazzi eviterei il gossip e i giudizi
temerari -
Lucio
:
-
No, infatti, siamo affezionati a tutt'e due mi pare -
Carla
subito dopo il marito :
-
Ecco bravi, non parlarne è stupido, parlarne male è da stronzi, non
qui per favore -
Mario
sempre co' quella voce bassa bassa che sento a malapena :
-
Io devo rimette il calendario, certi momenti c'ho la sensazione de
sta nel secolo sbagliato, sti problemi non sono di oggi, sono almeno
cinquant'anni che girano. Ma vi ricordate quando abbiamo cominciato a
urlare che la famiglia non è l'isola felice che ci raccontavano.
Eravamo piccoli e ingenui ma mica scemi. E il diritto di famiglia
rimasto all'ottocento,e il delitto d'onore, e le coppie diverse dalla
maggioranza e i diritti delle donne, ce n'è qualcuno definitivamente
risolto ?
Lucio
:
-
No, sembra roba lontana ma nella pratica noi maschietti non appena
una donna c'ha un pensiero o un movimento autonomo andiamo in crisi.
Carla
:
-
Guardate belli che veniamo tutti fregati dalle favole; “e vissero
felici e contenti” non è la fine del racconto, quello è l'inizio.
Come continua non ce l'ha detto nessuno, e lì vengono i problemi,
perché c'hanno messo in vena aspettative proprio diverse tra maschi
e femmine. Non scontrarsi alla lunga è impossibile, a meno che uno
dei due non “si adegui”. Ci si può mettere d'accordo, o
prendersi per il culo, la cosa più freguente, ma “adeguarsi” può
essere penoso e ingiusto. Le donne si sono “adeguate” per
millenni. Elio ha fatto lo stronzo, ma ce ne sono di sassi sui binari
! -
-
Io so' er principe azzurro, l'omo ideale ! - dico io.
Quelli
cominciano a ridacchiare, poi mi coglionano un po'. Devo dire che mi
sento fortunato spesso con questi quattro vegliardi; con loro si
riesce perfino a fare un discorso sensato, cosa che sembra sparita
dalle facoltà umane se guardi in giro. Siamo gli ultimi esemplari di
homo loquens rimasti. Tutto sarà sostituito da un creolo fatto di
grugniti, urli, vaffanculi scalari, pernacchie di bocca e d'altri
meati e con vari termini d'inglese stroppiati originali dal giovine
presidente.
Anche
stamattina non è male, la sabbia è ancora umida per la marea di
stanotte che ha cancellato ogni segno dei passaggi passati. La prima
che si lancia e lascia le sue orme é Lola, "quella cagna di
Roberta", come scherziamo ogni tanto. Appena Roberta la
sguinzaglia la cagnetta c'ha un guizzo di felicità e corre a
perdifiato fino alla battigia poi torna in ampi giri e soste per
sniffare solo lei sa cosa. Ci contagia la piccola meticcia, la
inseguiamo e lei non cerca altro. Per qualche minuto cinque maturi
signori saltellano dietro una bestiola, poi il fiato ci consiglia
temperanza, ma Lella Roberta e Lucia continuano ancora per un po' a
farsi sfottere dalla cagnetta, poi rallentano anche loro. Si buttano
ansanti sulla sabbia, ridacchiano e guardano arrivare me e Sandro che
“dignitosamente” c'avviciniamo.
Poi,
stravaccati in ordine sparso, veniamo sottoposti a una integrale
diligente ispezione olfattiva da parte di Lola, che alla fine si
sdraia al centro. C'è un gruppo di adolescenti a una certa distanza,
sentiamo un urlo che va oltre il volume delle voci che sentivamo, poi
gli urli si ripetono sempre più alti. Alziamo la testa e vediamo una
coppia di quei sei o sette ragazzotti che prende violentemente a
calci una ragazza che urla disperata. Quel matto di Sandro scatta in
piedi, parte sparato e urla ogni cinque metri -Oh..oh..fermi..fermi
!! -, noi immediatamente corriamo dietro a lui per fermarlo urlando,
Lola si aggrega abbaiando, i ragazzi, che non hanno ancora capito
che succede, vedono da lontano cinque adulti che arrivano urlando e
si disperdono velocissimi sparendo dalla spiaggia.
Lucia
è agitatissima :
-
Ma ci sei o ci fai, andavi a litigare co' gli stronzetti de
sedic'anni ?
-
Non andavo a litigare, dicevo di stare fermi, la stavano massacrando
a calci ! -
-
A quelli non puoi neanche dirlo, non vedi che so' delinquenti, se
andavi da solo la lite era sicura, fortuna che c'hanno visto in
cinque e belli grossi -
-
Belli grossi ce sarete voi io so' un figurino – fa Roberta
-
Robé qui non si sa davvero che fare co' ste situazioni – dico io
-
Giggi, lo so bene, lasciami cazzeggiare un tantino, il dramma non
cambia -
-
Sono troppo frequenti sti fatti Robé, ho paura che ci stiamo
abituando, e non dobbiamo proprio -
Lella:
-
Io continuo a chiedermi perché, com'é possibile -
Sandro:
-
Questi sono figli e nipoti nostri, della nostra generazione, mi sa
che il degrado non riguarda solo loro, qualcosa abbiamo sbagliato,
omesso o non so cosa, ci siamo calati le brache ? Di sicuro non é
diversa solo la gioventú, é tutto, compresi noi-
Lella:
-
Se penso a quanto eravamo diversi......-
Sandro:
-
Hai detto bene, eravamo, e meno male che ce ne ricordiamo, di come
tutto era diverso. Se ce ne ricordiamo abbiamo qualche possibilità
di capire come siamo arrivati a sto sfacelo. Siamo la generazione che
ha visto quel mondo e questo così diverso, chi è nato dopo può
credere che il mondo sia sempre stato così 'nguaiato, ma non è
vero. Oddio, c'è anche chi non ha decifrato una mazza, ne allora ne
ora. Ma la maggior parte la sente, la crisi e tutta la monnezza
intorno.
(continua)
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