DICE GIGGI





Me chiameno Giggi . Ma chi cavolo s'è l'è 'nventato sto Giggi non lo so più , io so' Giovanni , della vecchia vague , che ha avuto i suoi tempi....non ricordo più bene quali , ma c'erano , so' sicuro . Mattinata magnifica , mi stiracchio come un animale e ci godo . Davanti allo specchio il godimento cala di molto . Non è un bel vedere . Comincio a fare la conta dei vari cedimenti che stanno avvenendo e lascio perdere perché è troppo lunga . Mi sospiro un po' addosso e mi riprometto solennemente di fare una serie di cose che dovrebbero restaurare un po' di salute e bell'aspetto . Sarà una guerra durissima e....persa probabilmente . Venderò cara la pelle , ma chi se la piglia , sembra scaduta cazzo. Ma dalla pancia e dalle rughe mi distrae il pensiero , anzi i pensieri , intorno a lei . Nell'ultimo incontro c'eravamo aggiornati sul fatto che io sono “uno stronzo”, parliamone , la mia bella non ama le metafore . Mio figlio ieri è passato , sta cercando un lavoro , che pare si nasconda molto bene . Ma lui è un'aquila , sveltissimo , non glie ne sfugge uno , du' giorni quà 'na settimana là , un mese intero , l'altr'anno . Certo ai miei tempi era diverso , rimediavi il posto , e lí te piazzavi . Adesso te devi move , l'hanno fatto pe' stimolare la creatività , chi non si muove schiatta , eeh mica se po' avere tutto garantito , dicono loro , me viene una perplessità , ma poi vedemo . Voglio passare al portichetto , indove che ci sono i piú grandi esperti nel dare i voti alle femmine che , ignare , passano per i fatti loro , gente che c'ha studiato . Mi faccio aggiornare , che io rimango sempre mpo' indietro sull'ultimi sviluppi , mi ci faccio belle risate . Passo per la spiaggia , oggi finalmente é bello , allungo un po' , ma il mare fuori stagione é una meraviglia , ste giornate silenziose e luminose . Due ragazzetti si baciano piú avanti , persi l'uno nell'altro , beati loro , scalda il cuore , ma mi viene anche in mente che se l'avessimo fatto noi alla loro età le botte non ce le avrebbero risparmiate , soprattutto alle femminucce , anzi solo a loro . Salto sul lungomare , traverso la piazzetta e poi un gruppetto di palme scampate alla strage degli ultimi parassiti . Ormai ne abbiamo sempre di nuovi , il mondo va avanti , diciamo così . Quando arrivo al portichetto sembrano annoiati , domando che succede

- c'è poco passo -

- passo de che -

- non ce n'è una bona -

Molto addolorato per la frustrazione estetica degli esperti entro nel bar che sta in fondo al portico . Locale grosso e spoglio , qualche tavolo , poca gente . Mi chiamano :

- ciao carissimoo ! -

- chetteserve -

- perchè cosí ruvido Giggi -

- m'é venuto un malumore -

Roberto , molto elegante , modi quasi raffinati , imparati strada facendo , io conosco bene quelli originali , gnente de chè ....

Ai tempi ci trovavamo tutti qui , tra la piazzetta il portichetto e le quattro panchine tra le palme , il secolo scorso , un pianeta diverso , diversi I colori gli odori gli affetti e le parole , tanta ingenuità , la speranza era normale , immaginare cose diverse era normale , l'entusiasmo ancora esisteva , progetti piccoli e grandi , il futuro era in buona salute , i cuori pieni , camminavamo anche , oltre che volare . Ma ormai sembriamo un branco di coglioni, senza alcuna coscienza di quello che continua a bollire fuori da ste quattro case. Qui intorno c'è uno tsunami che cresce e qui se provi ad accennarlo, svicolano da tutte le parti pur di non ascoltare. Ci svegliamo ogni tanto con qualche bomba mediatica intorno a orrori che avvengono continuamente ma di cui c'accorgiamo solo quando ce li servono pepati martellanti e sceneggiati. Alla fine non ne sapremo nulla realmente, sbattuti tra invenzioni e verità a la carte

Roberto , ai tempi , era un pischello pieno d'entusiasmi , prometteva tanto . Sono sempre stato scettico su quelle loquele torrenziali , prolisse , sventolanti promesse fumose che hanno sempre affascinato tanti di noi boccaloni sognanti palingenesi dalle gambe corte corte . Rivoluzzionari al vapore (due z perchè deppiú), istinto ferino nel cogliere le pulsioni più infami da cavalcare per avvicinarsi al potere , e neanche uno straccio d'una coscienza etica , d'una corrispondenza minima con bisogni e interessi che non fossero strettamente i suoi E con un nutrito gruppetto di fedeli ammiratori della sua capacità di approfittare di quello che è di tutti, anche loro, un “granparaculo ciassaputofà”. E non fanno il conto di quello continua a togliere anche a loro.

Bofonchio un saluto per non mandarlo affanculo ed esco , i valutatori di femmine mi richiamano, efficentissimi, verso un culo effettivamete notevole che svolazza tra le palme , do la mia approvazione e mi avvio . Dovrei raggiungere “colei che'l cor mi prese" , ma non é una bell'aria . Conosco quella postura dolorosa ma non riesco a fare niente . M'è apparsa dieci anni fa , che ascoltava assorta la conversazione di alcuni amici intorno a un tè , mentre alzavo lo sguardo da un libro che stavo leggendo . Per parecchi minuti non ero piú riuscito a riprendere il libro e poi per tutta la sera ero stato comunque distratto e attratto da lei , che non mi cagava per niente , mentre io non riuscivo a smettere di guardarla.

Stavo per dimenticare Sandro. Dobbiamo decidere quasi tutto sulla prossima sortita. Quando arrivo non è solo, c'è qualche amico e stanno prendendo il caffé. Cerco di telefonare che non arriverò in orario ma non riesco ad avvisare Lella. Mi dispiace, ma non posso fare altro che buttarmi su una poltrona tra loro.

Lucio Elio Mario e Sandro stesso sono strani, sembrano agitati:

- 'Na bomba atomica perdio, 'na bomba ! ammazzarli tutti, non basta l'invasione, c'ammazzeno pure, non se po' fa' ! -

- Non sai di che parli Elio, lascia perde le bombe atomiche che l'aria è gia abbastanza brutta -

- Ammazzano nel nome di Allah, a dirla cosí sembra 'na bestemmia, Allah vuol dire Dio o no ? -

Sandro corre ad aprire e la voce di chi sta entrando ferma tutti per un attimo. Goragh è un egiziano amico di Sandro e ormai anche nostro, atipico, direi perché parla un romanesco perfetto e anche lo spirito è quello, irriverente e ironico. Goragh è un po' atipico anche per gli egiziani perché è il risultato di un “impiccio” che ogni tanto succede al suo paese. Un matrimonio tra un musulmano e una copta ortodossa. Le due famiglie vivevano porta a porta in un villaggio a trenta chilometri dal Cairo. Quando i “piccioncini” (i genitori di Goragh) si sono innamorati sono cominciate le liti, ognuno rimproverava all'altro di non impedire ai ragazzi di farsi gli occhi dolci. Prima che cominciassero le coltellate per lavare la vergogna, soprattutto da parte dei musulmani che sono più rigidi, la famiglia copta s'è trasferita al Cairo, mimetizzandosi in un contesto molto più eterogeneo e laico, il ragazzo li ha raggiunti e l'amore ha trionfato. E hanno sfornato sto ragazzone, che ormai ha quarant'anni e sta qui da venti, e senza ansie religiose.

Quando Goragh entra nella stanza il silenzio continua per qualche attimo e poi di colpo tre o quattro voci simultanee:

- A Goraghe ma che cazzo è sto Isise, ma che vonno, facce capi'....-

Goragh diventa serio, sospira, I suoi amici d'infanzia, musulmani o cristiani, erano tutti a piazza Tahrir e tanti sono stati massacrati dalla polizia. Si siede lento e comincia a parlare, a voce bassa......

Goragh è lucido ma carico, di preoccupazione soprattutto, non ha mai interrotto i contatti con parenti e amici, ha vissuto con loro via web entusiasmi e tragedie. Rispetto alla nostra domanda parla per prima cosa di paura. La paura che lui dice essere in tutti gli arabi, la gente normale intende, La paura detta o non detta fa parte ormai di tutti. Ci sono i fanatici, non sono pochi , ma neanche tanti quanto sembra da certi report raffazzonati. Dopo le stragi e le disastrose guerre americane degli ultimi quindici anni, le primavere arabe avevano creato speranze che sono state terribilmente deluse.

Goragh parla da egiziano ma anche come uno che ha visto da fuori e sentito racconti diversi, riesce a guardare un'area più larga. E dice che l'Isis non è “un” problema ma una somma di problemi che convergono. Uno dei problemi più grandi è la crisi dell'Islam stesso, ci sono spaccature profonde tra le confessioni e all'interno delle stesse, conflitti politici travestiti da conflitti dottrinali o addirittura teologici. L'affievolirsi diffuso della religiosità ha prodotto una radicalizzazione violenta nelle frange più tradizionaliste, che non tollerano aperture o evoluzioni dei modi antichi di vivere.

Quello che gli occidentali non sanno è che il laicismo praticamente non esiste nella cultura musulmana, anche chi è tiepido o non praticante è sempre immerso nelle parole di Allah di augurio speranza benedizione o ringraziamento. Tutto ruota intorno a questo e l'identificazione è automatica. Ci sono da tempo scuole di pensiero, che senza sconfessare l'ortodossia coranica, auspicano cambiamenti sociali, la tolleranza e la democrazia. E anche pratiche politiche che in vari paesi, dal '900 hanno allentato le forme più opprimenti della Shari'a, e introdotto cambiamenti importanti nella vita civile.

Ma i governi più potenti dell'occidente hanno provveduto diligentemente, dopo aver costruito i mostri, a bombardare, distruggere e massacrare soprattutto questi paesi. Chissapperché.

Il risultato di fatto della delusione è un profondo nichilismo, soprattutto tra i giovani, sia nei loro paesi che tra quelli arrivati o nati qui, mai davvero inclusi tranne pochi, una rabbia sottostante, che può indurre ad aderire ai progetti più folli, e mi viene un brivido quando Goragh esclama accorato che la rabbia di cui parla è anche dei nostri figli non solo dei musulmani.

Diventa l'immagine di un vortice della storia che ci obbliga a difenderci, quindi continuare ad ammazzare ed alimentare senza sosta l'aggressione reciproca, perché fare i buoni adesso pare tardino. E solo i musulmani che non hanno alcuna voglia di imbracciare i kalashnikov forse riusciranno a spegnere sto fuoco che non si può eludere, non facendosi risucchiare dall'Isis, se i governi occidentali non li spingeranno nelle loro braccia adottando la prepotenza grossolana di sempre, la solita difesa...un po' troppa. Goragh tace guarda a terra e scuote piano la testa.

Sono io il primo che apre bocca:

- Ce voleva sta botta d'allegria -

Qualche sorriso mesto esce fuori e io c'ho un soprassalto

- Devo andare cacchio, se tardo ancora chi la regge ! -

Parto sparato, ma poi rallento, man mano che m'avvicino, man mano che rientro in quello che corre tra noi.

La sacca, la partita di stasera, casa é vuota. Crollo su una sedia. Ho capito, ho fatto tardi, ma avrai trovato gli avvisi di chiamata quando hai rincocciato il campo elettromagnetico cazzpita, sai che ho provato a chiamarti...mi dispiace ziocan, ma so che adesso è impossibile farti sentire che non è disattenzione o noncuranza. Giro un po' per casa, non c'ho piú voglia di nulla, non ho voglia di telefonare, non devo scusarmi, basta, prendo la sacca e vado.

Sono in buona compagnia stasera al campetto, tutti mosci. Fatta la costatazione tocca ciucciarsi anche una salva di battutacce, dato che nessuno di noi è un bocciolo, anche se spesso ci proviamo. Fine partita senza gloria, spogliatoio, nel carnaio un tantino cadente, tra il gran vociare e olezzi in lotta tra loro Mario se ne sta in disparte e ci risponde appena, con un piccolo ghigno semiserio.

È un po' atipico tra noi noi sto “ragazzo” sessantacinquenne magro e tosto, beato lui, che quando la banalità monta diventa un rompicoglioni, ma con uno humour fulminante, che ogni tanto ci stende dal ridere. Siedo lì accanto armeggiando con calze e scarpe.



- Allora Mario... -

- Chettedico, va bene, abbastanza bene -

- La signora, er pupo ? -

- Er pupo fa cinque chili e cinque centimetri più di me, la signora fa la dieta, stiamo bene. A dirla tutta io c'ho una nostalgia. -

- Na nostalgia ? -

- Si, di quando eravamo meno sparpagliati, magari più stupidi, più ingenui, meno “dritti”, meno “cattivi”.-

- C'hai nostalgia di quando eravamo più stupidi ? -

- Anche meno cattivi, siamo più scettici, ma non c'abbiamo guadagnato, anzi. Credevamo in qualcosa, ognuno c'aveva il suo..-

- Tornare indietro alle vecchie fedi ? Ma manco...-

- Infatti proprio no. Ma non riguarda solo noi, anche chi governava credeva in qualcosa. Perfino la delinquenza era diversa. La delusione ha solo distrutto, per ora, l'economia la società e i rapporti umani.

- La stai a buttà 'n politica...o la butti 'n caciara ?

- Ci vorrebero criteri, e un sentire, aggiornati, non solo la costatazione del male che abbiamo dentro ma anche il resto, sta mancanza totale di affidamento, per ora, ci fotte, ci fa scappare perfino da quelli che ancora chiamiamo “amici”.

- Infatti sta parola ormai....-

- Bravo, 'nnamo a magnà.

Sulla piazzetta davanti al teatro del paese, sparsi a piccoli crocchi che parlano a bassa voce pe' dasse un'aria educata, aspettiamo l' entrata. I tigli intorno alla piazza mandano un profumo che sturba, l'aria trascolora, s'avvicina la sera, e anche Lucio:

- Te lo ricordi Bruno ? -

- Abbastanza perché ? -

- Te lo ricordi che suonava ?

- Eccome no, ma era er paleolitico -

- Embè il complesso è quello -

- Ma non hanno mai smesso ? -

- Ma noo, hanno ripreso due anni fa -

- Ma fanno roba di allora ?-

- Certo -

- Allora bitols e rollistonze -

- No praticamente solo italiani -

- Ma l'italiani gajardi so' di qualche anno dopo -

- E j'è sfuggito... -

Vedo che i gruppetti cominciano ad agitarsi e puntano una macchina che arriva. Dev'essere il divo della serata perché i sonatori stanno già dentro. È coso lì come se chiama, che ha fatto qualche trasmissione in televisione, poi è scomparso, poi ogni tanto ricompare su qualche rete cadetta e c'illumina un quarto d'ora, fino alla prossima. E per una decina di minuti c'è un affascinante balletto di persone che, impercettibilmente incurvate, s'avvicinano e si sparano il selfie, finché “il capo” lo prende sottobraccio e, un po' gonfio, lo scorta dentro tra un tripudio di telefonini che riprendono, a maggior gloria di facebook.

In sala partono i ritrovamenti, i rincontri, le potenziali rimpatriate, in tanti siamo scomparsi per periodi più o meno lunghi, Fatico a riconoscerne qualcuno ma mi aiutano gentilmente. Grande allegrezza mi coglie nel costatare che le cosce di Marta non hanno sofferto affatto. Qualcuno troppo rigido mi da un imbarazzo che vorrei diluire con una vecchia battutaccia, lascio perdere. Guardo Dario, giacca e cravatta, sempre così. Probabile che ci vada anche a dormire. Mi dispiace, ma non riesco ad apprezzare sto intestardirsi ad abbigliarsi come un cafoncello risistemato, o come il nonnetto che si è fatto fare il doppiopetto "moderno". Ho idea che Dario creda di rappresentare la sua datata idea di distinzione, o forse di un prestigio sociale che sa un tantino di metaforica muffa. Peccato, spero che dietro quel nodo a scarpetta ci sia ancora il Dario che mi piaceva. Ma forse non c'è più, Poi ci godiamo i vecchi rockers casarecci fino alla fine con grande amor di patria e grandi applausiL'entrata in pizzeria ci rinfranca, la serata è freddina. Invadiamo lentamente la sala e due grandi tavoloni che abbiamo prenotato, ognuno cerca di disporsi secondo le proprie affinità e freguentazioni. Ricomincia il chiacchiericcio mentre i menù passano di mano in mano. Lella è qui, pacificata grazziaddio, sono felice e glie lo dico, mi sorride e intreccia una chiacchiera fitta fitta con Roberta, legittima consorte di Elio, che parla a bassa voce e piuttosto agitata, ma non riesco capire bene di cosa si parla. Elio due posti più in la sembra molto assorbito dagli argomenti di Anna, che anche visti da qua sembrano molto interessanti, e lo stronzo non lesina la sua attenzione. Appena finito, mentre tutti cominciano ad alzarsi e a defluire Roberta mette giu il coltello con colpo secco che spacca il piatto a metà e si avvia imbufalita verso l'uscita. Lella mi fa un cenno e la segue preoccupata. Elio sembra svegliarsi in quel momento, lo guardo e mi fa spallucce come se non capisse, chiaramente falso. Intorno pochi hanno capito cosa succede, sono sorpresi, mentre quelli più vicini sono imbarazzati. Comunque tutti svicolano rapidamente senza parlare. Mentre passo vicino a Elio lui tenta di dirmi qualcosa, lo mando all'inferno con un gesto della mano e vado via.

Lella, il rientro a casa, in questi momenti di pace, tra noi è silenzio, piccoli scambi sottovoce, brevi contatti e sguardi, mentre guido, e guardiamo la notte, già bella.

Più tardi Lella mi parla della rabbia di Roberta. Elio durante la cena le ha sbattuto in faccia il suo rapporto con Anna, dopo vari altri segni, e Roberta è andata fuori giri. È passata a prendere il figlio ed è andata dalla madre, con l'intenzione di cercare una casa immediatamente. Non avevo capito niente e ci rimango male per Roberta, che è un'amica anche per me.

Il giorno dopo nel pomeriggio Roberta passa da noi. Sta sotto un treno. La sua mammina adorata le ha fatto una filippica interminabile riesumando tutta la merce avariata del vecchio familismo; bisogna capi', l'omini so così, l'omo è cacciatore, la famija è la cosa più importante, tocca sapesselo tene', 'n ta fatto manca' gnente. E alla fine ha sbattuto in faccia a mammina che lui le ha fatto mancare la cosa più importante, il rispetto, fino a esibire la tresca.

Le variazioni Goldberg, questo è più fissato de me. Lucio a occhi chiusi, quando entriamo alza le mani, silenzio!....shhh, se l'ordine è godere, godiamo. M'immagino Glenn Gould co' quell'aria da matto, che ci regala ste sonate, potrei concupirlo.

Quando il coitus finisce Lucio sospira e spegne, ma arriva un silenzio imbarazzato. Tutti sappiamo quello che ci gira nella testa ma nessuno si decide.

Poi Mario pianissimo :

- Cazzo hanno combinato ? -

Io mi preoccupo :

- Voi che te famo un disegno ? Ragazzi eviterei il gossip e i giudizi temerari -

Lucio :

- No, infatti, siamo affezionati a tutt'e due mi pare -

Carla subito dopo il marito :

- Ecco bravi, non parlarne è stupido, parlarne male è da stronzi, non qui per favore -

Mario sempre co' quella voce bassa bassa che sento a malapena :

- Io devo rimette il calendario, certi momenti c'ho la sensazione de sta nel secolo sbagliato, sti problemi non sono di oggi, sono almeno cinquant'anni che girano. Ma vi ricordate quando abbiamo cominciato a urlare che la famiglia non è l'isola felice che ci raccontavano. Eravamo piccoli e ingenui ma mica scemi. E il diritto di famiglia rimasto all'ottocento,e il delitto d'onore, e le coppie diverse dalla maggioranza e i diritti delle donne, ce n'è qualcuno definitivamente risolto ?

Lucio :

- No, sembra roba lontana ma nella pratica noi maschietti non appena una donna c'ha un pensiero o un movimento autonomo andiamo in crisi.

Carla :

- Guardate belli che veniamo tutti fregati dalle favole; “e vissero felici e contenti” non è la fine del racconto, quello è l'inizio. Come continua non ce l'ha detto nessuno, e lì vengono i problemi, perché c'hanno messo in vena aspettative proprio diverse tra maschi e femmine. Non scontrarsi alla lunga è impossibile, a meno che uno dei due non “si adegui”. Ci si può mettere d'accordo, o prendersi per il culo, la cosa più freguente, ma “adeguarsi” può essere penoso e ingiusto. Le donne si sono “adeguate” per millenni. Elio ha fatto lo stronzo, ma ce ne sono di sassi sui binari ! -

- Io so' er principe azzurro, l'omo ideale ! - dico io.

Quelli cominciano a ridacchiare, poi mi coglionano un po'. Devo dire che mi sento fortunato spesso con questi quattro vegliardi; con loro si riesce perfino a fare un discorso sensato, cosa che sembra sparita dalle facoltà umane se guardi in giro. Siamo gli ultimi esemplari di homo loquens rimasti. Tutto sarà sostituito da un creolo fatto di grugniti, urli, vaffanculi scalari, pernacchie di bocca e d'altri meati e con vari termini d'inglese stroppiati originali dal giovine presidente.



Anche stamattina non è male, la sabbia è ancora umida per la marea di stanotte che ha cancellato ogni segno dei passaggi passati. La prima che si lancia e lascia le sue orme é Lola, "quella cagna di Roberta", come scherziamo ogni tanto. Appena Roberta la sguinzaglia la cagnetta c'ha un guizzo di felicità e corre a perdifiato fino alla battigia poi torna in ampi giri e soste per sniffare solo lei sa cosa. Ci contagia la piccola meticcia, la inseguiamo e lei non cerca altro. Per qualche minuto cinque maturi signori saltellano dietro una bestiola, poi il fiato ci consiglia temperanza, ma Lella Roberta e Lucia continuano ancora per un po' a farsi sfottere dalla cagnetta, poi rallentano anche loro. Si buttano ansanti sulla sabbia, ridacchiano e guardano arrivare me e Sandro che “dignitosamente” c'avviciniamo.

Poi, stravaccati in ordine sparso, veniamo sottoposti a una integrale diligente ispezione olfattiva da parte di Lola, che alla fine si sdraia al centro. C'è un gruppo di adolescenti a una certa distanza, sentiamo un urlo che va oltre il volume delle voci che sentivamo, poi gli urli si ripetono sempre più alti. Alziamo la testa e vediamo una coppia di quei sei o sette ragazzotti che prende violentemente a calci una ragazza che urla disperata. Quel matto di Sandro scatta in piedi, parte sparato e urla ogni cinque metri -Oh..oh..fermi..fermi !! -, noi immediatamente corriamo dietro a lui per fermarlo urlando, Lola si aggrega abbaiando, i ragazzi, che non hanno ancora capito che succede, vedono da lontano cinque adulti che arrivano urlando e si disperdono velocissimi sparendo dalla spiaggia.

Lucia è agitatissima :

- Ma ci sei o ci fai, andavi a litigare co' gli stronzetti de sedic'anni ?

- Non andavo a litigare, dicevo di stare fermi, la stavano massacrando a calci ! -

- A quelli non puoi neanche dirlo, non vedi che so' delinquenti, se andavi da solo la lite era sicura, fortuna che c'hanno visto in cinque e belli grossi -

- Belli grossi ce sarete voi io so' un figurino – fa Roberta

- Robé qui non si sa davvero che fare co' ste situazioni – dico io

- Giggi, lo so bene, lasciami cazzeggiare un tantino, il dramma non cambia -

- Sono troppo frequenti sti fatti Robé, ho paura che ci stiamo abituando, e non dobbiamo proprio -

Lella:

- Io continuo a chiedermi perché, com'é possibile -

Sandro:

- Questi sono figli e nipoti nostri, della nostra generazione, mi sa che il degrado non riguarda solo loro, qualcosa abbiamo sbagliato, omesso o non so cosa, ci siamo calati le brache ? Di sicuro non é diversa solo la gioventú, é tutto, compresi noi-

Lella:

- Se penso a quanto eravamo diversi......-

Sandro:

- Hai detto bene, eravamo, e meno male che ce ne ricordiamo, di come tutto era diverso. Se ce ne ricordiamo abbiamo qualche possibilità di capire come siamo arrivati a sto sfacelo. Siamo la generazione che ha visto quel mondo e questo così diverso, chi è nato dopo può credere che il mondo sia sempre stato così 'nguaiato, ma non è vero. Oddio, c'è anche chi non ha decifrato una mazza, ne allora ne ora. Ma la maggior parte la sente, la crisi e tutta la monnezza intorno.







































(continua)















































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