Vaniloqui
Contavo di fare una cosa diversa da quella che poi è venuta fuori. Scegliere tra tante scritture poetiche, soprattutto inedite, e pubblicare. Un tributo a una cosa tanto ignorata e bistrattata da editori e lettori. E di cui invece c'è un gran bisogno. In realtà m'ero sobbarcato un bello studio su tutto questo mondo. La rete consente l'accesso a un materiale immenso ma mi sono lasciato scoraggiare dal lavoro che ne sarebbe derivato in termini di scelte e pubblicazioni. Ho mollato presto. D'ora in poi questa è la pagina dei miei "vaniloqui", lasciando qui naturalmente le poesie precedentemente scelte e pubblicate
"credo che le mie giornate e le mie notti eguaglino in penuria e in ricchezza quelle di Dio e degli umani tutti (j.l.borges)"
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QUESTI I MIEI........
mentre cammino e scarto vecchi ostacoli,
non so quali portarmi dietro e quali lasciare
proseguendo la ginkana e gioco insensato
con residuati appiccicosi piantati sottopelle
che fanno un bel motivo, ma sto meglio così ?
la moda è cambiata dall'altr'anno, tuccheddici ?
Voglio 'n po' di di nuovo ma c'è poca scelta,
stimoli stitici, avari di colore e calore,
fanno un po' cagare,
mi metto a dieta stretta, tuccheddici ?
Eh ma la selezione è dura, ci vuole un salto,
di qualità naturalmente, l'importante è il rating,
che poi non te lo regala nessuno minkione,
chi credi di stupire co' sta roba,
stai lì che continui a gingillarti coi tuoi gingilli,
niente di ché, gli effetti speciali siamo a zero,
ma non t'angustiare, domani è un altro giorno,
non è nuova neanche questa, però non è male
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tu, un cammino duro,
a passo di danza, sognante,
ostinata,
a cogliermi, amore,
aprire la bocca le braccia,
e le gambe,
a sentire il cuore,
e la musica che manda
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ripercorro la strada che so ,
i sogni che da sempre inseguo
e mi metto a costruire quello che credo di volere
e progetto e delineo e metto cose e criteri al loro posto
mentre sale un'ombra
dal ventre della mia terra sconosciuta e piena di languori ,
un sogno sconosciuto ,
che invade e oscura tutti gli altri ,
e mi arrendo , per oggi .
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Storia d'un fiordo d'amore perso e ombroso
di luce fioca effimera e lampi di speranza cocente
fughe e immersioni compulsive in mari ignoti
perché il mistero è là nel ventre d'oro
promessa di felicità trovata e persa
e inseguita pervicace in occhi pieni di sogni
che respiravo sommesso avido toccando appena
il fulgore di te che m'avvolgeva e mi stordiva
ed ero amante e figlio e gemello e te stessa
nudo tremante fragile come un feto
inquieto per l'ombra d'una distanza
urlavo d'un freddo che non c'era
malattia dell'anima tutta mia una follia
impossibile rimarginare le ferite che ho inferto
questo è il mio fine pena mai
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guardo dentro la tempesta,
descrivo ritmi,
seguo il vento,
e mi piega,
come un filo d'erba
racconto dei fulmini
e mi ride,
tremo,
racconto la paura,
racconto l'odio
e mi canta,
piano,
attento.
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cerco nel silenzio,
la musica delle cose
le forme e i colori e le voragini,
di ferite antiche le nascite lente
di montagne, animali e homo faber
cerco nel silenzio
di antichissimi manufatti le mani e i cuori,
le stelle che li videro
gli occhi che le gurdarono,
e le cabale intorno ai fuochi.
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E POI GLI ALTRI......
Di: Claudia D'Angelo
Autrice , attrice , performer
da: Letteratura Pigra - ed. Il Piede
Nuvole grasse
ci solleticavano i fianchi (e)
ci bendavano gli occhi
per poi mangiarci come zucchero filato
che si prende con una manciata di dita
e che piace solo ai bambini
o a chi si sente bambino
Grazie a te
persi quasi tre anni
di vecchiaia;
torno ancora oggi
a portarti gratitudine .
Le risate,
le nostre risate ,
gocciolavano;
scendevano dentro i pantaloni,
inzuppavano le scarpe,
i fiori sotto i piedi
e le nostre schiene sdraiate.
Siamo felici
e un poco mi vergogno
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Di: Alberto Sbardella . psichiatra romano
ha vinto vari premi di poesia
autore di testi scientifici
da: Comunque Ulisse- ed. Alpes Italia
ANOMIE NUMINOSE (*)
Entro da un punto di fuga
mi dilato e mi restringo
vado a formare come rombi
colori necessari al pennello
ombre appena accennate
tutto in vortici di flusso
aria presente e invisibile
scende o sale verso
dinamiche immaginate
non simboli abusati
non segni già senso
ma cifre prototipo
di note dal suono ignoto
Tentativo vano di decifrare
quasi necessità di comprendere .
Oggetti e figure senza nome
illuminate di luce propria.
Il tutto accade o sembra
mentre io vivo gravità sospese
dentro un ludibrio di sensi
(*)dedicato al pittore Pier Augusto Breccia.
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Di Elena : http://vagamentesonnambula.blogspot.com/
Orizzonte
Avvolti nel vuoto, intrisi di parole
Ebbri di suoni, segni, forme
senza volto sprofondiamo nelle cavità
discordi del linguaggio
Definirne i tratti per averne uno
Estremo confine di terre arcane
regno fetale, mistero lunare
rotta di spume primordiali verso la caduta
punto-desiderio
da non raggiungere
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Ho sempre amato J.L Borges e ho ritrovato una poesia
che non avevo apprezzato abbastanza . Ero ancora troppo giovane
Adesso lo sento più vicino
Questo è l'inizio della sua cecità .
ELOGIO DELL'OMBRA
La vecchiaia (è questo il nome che gli altri le danno)
può essere il tempo della nostra felicità.
L'animale è morto o è quasi morto.
Rimangono l'uomo e la sua anima.
Vivo tra forme luminose e vaghe
che non sono ancora le tenebre.
Buenos Aires,
che prima si lacerava in suburbi
verso la pianura incessante,
è diventata di nuovo la Recoleta, il Retiro,
le sfocate case dell'Once
e le precarie e vecchie case
che chiamiamo ancora il Sur.
Nella mia vita sono sempre state troppe le cose;
Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
il tempo è stato il mio Democrito.
Questa penombra è lenta e non fa male;
scorre per un mite pendio
e assomiglia all'eternità.
I miei amici non hanno volto,
le donne sono quel che erano molti anni fa,
gli incroci delle strade potrebbero essere altri,
non ci sono lettere sulle pagine dei libri.
Tutto questo dovrebbe intimorirmi,
ma è una dolcezza, un ritomo.
Delle generazioni di testi che ci sono sulla terra
ne avrò letti solo alcuni,
quelli che continuo a leggere nella memoria,
a leggere e a trasformare.
Dal Sud, dall'Est, dall'Ovest, dal Nord,
convergono i cammini che mi hanno portato
nel mio segreto centro.
Quei cammini furono echi e passi,
donne, uomini, agonie, resurrezioni,
giorni e notti,
dormiveglia e sogni,
ogni infimo istante dello ieri
e di tutti gli ieri del mondo,
la ferma spada del danese e la luna del persiano,
gli atti dei morti, il condiviso amore, le parole,
Emerson e la neve e tante cose.
Adesso posso dimenticarle. Arrivo al mio centro,
alla mia algebra, alla mia chiave,
al mio specchio.
Presto saprò chi sono
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tratta da : Elena
-http://vagamentesonnambula.blogspot.com/
Alle cinque
Assalto all'arma bianca sfalciati dalla
sagoma azzurra
da una capigliatura onirica
scolati nella densità del porto un ridere
infernale una perdizione attenta
mondo che preme sulla pressione interna
Riderei - sguaiatamente adesso
addosso uno scudo di cartapesta
bianco bianco in cui la purezza sbianca
passi di marcia e svolazzi in cui fissare idee
idee di me scivolate in terra
idee del mondo
é tempo
tempo di sentirsi tempo
tempo nel tempo
tempo metafisico
inciso nel tempo
tempo ascetico ben chiaro e duro
ore 16:38 > Piccole cose sparse
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A questa non potevo rinunciare
GIACOMO LEOPARDI
L'infinito
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragarm'è dolce in questo mare.
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2 commenti:
Ah che bella pagina, sono in preziosa e illustre compagnia!
Felice di essere ospitata tra le tue pagine.
Grazie davvero, Giorgio
Ciao
Elena
Grazie Elena , un tantino trppo selvatica per ora , ma pian piano.....
è difficoltosa la cernita
Ciao
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