giovedì 17 maggio 2012

L'ULTIMO INCUBO

LA "LIBERTÀ" . . . .
Mi sveglio di botto, tardi perdiana,'na gran luce, sono crollato come una pera matura, dopo un volo di dodici ore e un'assenza di due settimane. Roberta è sparita. La televisione fa strani
rumori,
si vede della gente intorno a dei microfoni, poi di nuovo solo rumori. Esco e mi avvio verso la fermata dell'autobus. Per strada rare macchine, tutte velocissime da e per il centro, qualche negozio chiude, strano, non è l'ora. Alla fermata una folla imbestialita impreca contro tutte le istituzioni del mondo. Dopo l'ennesima salva di bestemmie mi avvio a piedi.
     Appena entrato in piazza di Porta Maggiore comincio a sentire un gran fracasso. Si sente rumore di motori di clackson e urli arrivare da due posti distinti e in avvicinamento. Mi fermo, ho notato parecchie persone bloccate che si guardano intorno in maniera un po' inquietante. Da un lato della piazza hanno iniziato a entrare parecchi grossi SUV e pick-up con delle lastre d'acciaio saldate sul davanti e sui lati, la gente sulla piazza comincia ad allontanarsi di corsa. 
     Cerco di capire e mentre guardo intorno un altro gruppo di grossi mezzi è entrato nella piazza.Di colpo inizia una sparatoria infernale tra i due gruppi, gli occupanti dei mezzi si buttano tra le macchine per allargare il fronte sparando continue raffiche gli uni contro gli altri. Madonnabona ! Mi tuffo dietro un grosso contenitore di rifiuti di ferro zincato e per un centimetro scarso non incorno il testone d'argento di Pino, che col pizzetto contratto mi sibila:
- Cazzo ci fai qua, quando sei rientrato !?-,
- Ieri sera perdio, ma che è sto casino !?-.
- Dove stavi , 'n sai niente ?-
- Myanmar, che devo sapere ?-
- Un macello fratello, un macello !-
     Per ragioni che i maleducatoni non ci spiegano, per due o tre minuti le raffiche si concentrano sulla zona dove siamo noi e io rischio seriamente di farmela addosso. Poi le raffiche si diradano, uno dei gruppi si allontana inseguito dall'altro.
     Ci rialziamo impolverati, col fiato grosso, e un tremito addosso. Non è stato un bel quarto d'ora. Qualcuno c'è rimasto secco, qualcun'altro è ferito, una donna urla e si regge un fianco pieno di sangue e carne fuoriuscita. I telefoni non funzionano. Si sentono ancora le raffiche in lontananza.
     Dopo un po' senza aver deciso, senza sapere perché, ci ritroviamo a camminare svelti verso casa. 
     Ascolto il racconto di Pino.
     Circa dieci giorni fa c'è stata una giornata di manifestazioni sotto il parlamento e la sede del governo, in cui erano coinvolte una serie innumerevole di categorie, che continuavano a fare caroselli sempre più rabbiosi tra i palazzi. Medici, agricoltori, poliziotti, operai, bancari, disoccupati, commercianti, imprenditori e altri verso sera hanno subito un tentativo piuttosto violento di dispersione da parte dei carabinieri. Lì è cominciato il casino serio: botte da orbi, un paio di gruppi è riuscito a sfondare ed entrare prima a Montecitorio e poi a palazzo Chigi, incendi e distruzioni hanno messo in fuga chi era rimasto dentro.         Quello che si sa, fino a quando i servizi e le comunicazioni hanno smesso di funzionare, è che in tutto il paese per tre giorni ci sono state razzie e assalti a banche e supermercati, più un gran numero di rapine e omicidi d'occasione.
- Poi la "soluzione" spontanea-
- La "soluzione" ??-
- Si, i "difensori della libertà".-
     Quasi immediatamente, gruppi variamente assortiti, si sono armati e organizzati per gestire il territorio, le attività economiche possibili, le giurisdizioni.
     Vere e proprie bande militari che si scannano per il potere nei quartieri, nei paesi, nelle frazioni, nelle campagne, che raccolgono senza tanti complimenti, da chiunque, volente o nolente, denaro, beni di ogni tipo, tributi di soggezione e adesione al loro "governo".
     Spesso, ubriachi del loro potere, lasciano sul terreno, violentano, umiliano pesantemente chiunque non si affretti a corrispondere alle loro pretese.
     E non raramente dopo essere stati ripuliti e legnati da una banda, si diventa oggetto di "pulizie approfondite" dalla successiva che si trova a passare.
      Prima avevamo una sola grossa banda nazionale che ci ripuliva, ora ne abbiamo molte di più. 
      Viva l'abbondanza.

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