martedì 3 aprile 2012

IL POSTO DEI PALLONCINI di Enza Li Gioi. Quando riapro il libro pieno di post-it appiccicati che sono lì da mesi mi rattristo. Si perché mi ero proposto.......

                   
                      IL LIBRO DI ENZALIGIOI
.....mi ero proposto entusiasta di ricavare una sceneggiatura da questo libro che ogni volta che riapro mi
pare pieno di cose. M'ero proposto perché dopo la lettura di un saggio di Hauser,anni fa, che paragonava la costruzione di un film a quella di una cattedrale m'ero lanciato in varie occasioni di formazione sul cinema. Dividere una narrazione in scene mi entusiasmava. Poi mi sono accorto quanto fosse vero quello che avevo letto in un altro lavoro, più recente, che illustrava la superiorità della parola scritta sull'immagine. E nel caso del libro di Enza Li Gioi il compito è più che mai arduo perchè andando dentro ci si accorge che la narrazione dei fatti è solo un lieve pretesto per narrare dei sentimenti. E si sbatte contro il fatto che scandire in scene un tale incrociarsi, fondersi, separarsi e ritrovarsi di correnti emotive non è così semplice da rendere in una sequenza di immagini . Ma continuo a cercare, e questo m'ha costreto a varie riletture, che ogni volta mi rivelano altre cose. Scoprire per esempio (qualche volta conoscere l'autore è un ostacolo) un radicamento familiare così profondo in una donna così padrona di se è una scoperta che emoziona, ma io prima non l'avevo percepito così chiaramente. Poi......capita anche che, rileggendo la descrizione d'una scena che ho scritto.....mi deprimo, perchè la scrittura di Enza è tanto più "calda" della mia. E continuo a cercare, sempre con la paura di non riuscire a rendere, lo spirito che riempie la narrazione. Ma tant'è, a me, me piace.

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