mercoledì 4 luglio 2012

MACCHEBLOGGAFFA' MACCHEBLOGGAFFA'


MACCHEBLOGGAFFA'
MACCHEBLOGGAFFA'
       Ci propinano inchieste e dati sulla rete e 
strumenti connessi che lasciano il tempo che trovano.
Dire che in Italia ci sono 26 milioni di utenti 
di internet a me sembra un'approssimazione troppo grossolana. Secondo me bisogna fare parecchie
distinzioni.
      Ogni tanto ricicciano discussioni sul ruolo e 
le possibilità dei nuovi media, che da parte loro 

continuano a evolvere a una velocità che rende
difficile mantenersi aggiornato anche a chi ci sta
dentro con tutte le scarpe. 
      Oggetti variamente esplorati, social networking 
e blogging assumono in certi report di televisioni 
e giornali una dimensione che non è reale, almeno in Italia. E' sicuramente bene che se ne parli, che si 
promuova l'avvicinameto più ampio possibile degli
utenti a tutti gli strumenti di partecipazione che 
la rete offre. 
      Il problema da noi è che a fronte di un gran 
numero di computers, tablets, smartphones e altri 
aggeggi che permetterebbero di entrare negli scambi
di idee che si svolgono in rete, è molto piccolo il
numero di quelli che vengono usati nelle loro
potenzialità più ampie. 
      E' desolante, ma bisogna dirlo, il numero di 
case e casi in cui i vari apparecchi vengono strapazzati da ragazzini che poi sostanzialmente :  sparano stronzate su facebook, che potrebbe essere usato meglio addiopiacendo, sparano ai cattivi 
nei videogiochi e sparano virus nei computers. 
      E per tutto sto sparare sono dichiarati dagli 
adulti di casa "genio der compiutere".  
       L'ho messa in caricatura ma non è lontano 
dalla realtà, quindi bisognerebbe, quando si parla 
del nostro paese, tenerne conto. Forse non è più un ambito così piccolo, non più una "nicchia", ma certe "grandi reazioni su facebook" se non fossero pubblicizzate dalla televisione sarebbero conosciute da poca gente per ora.
      Vorrei però ripartire da dove tutta la riflessione è cominciata e poi ha fermentato per un po' di tempo. 
      Il che ci proietta in un contesto più ampio di 
quello paesano. 
      Per esempio c'è stato un gran ravanare negli 
ultimi tempi, anche sui media tradizionali,  giornali 
e televisioni, sul confronto tra internet e giornali. 
      Un'inchiesta che riguardava il New York Times 
mostrava tra l'altro il disagio della redazione di 
fronte alla concorrenza, non proprio ortodossa, bisogna dirlo, dei blogs nella diffusione e trattazione delle notizie, consistente sostanzialmente nella scopiazzatura e pubblicazione immediata delle notizie senza neanche la citazione della fonte 
      Questa è una pratica diffusa che vale per tutti i tipi di contenuti, non solo le notizie. C'è troppa gente che pur di collezionare lettori arraffa di tutto e pubblica, e vale per immagini, filmati, poesie, racconti e aggiornamenti scientifici, ed è ottusa oltre che disonesta perche i server registrano con precisione assoluta quando è stato caricato un contenuto, quindi facile sputtanare chi bara.
      A me sentir parlare di leggi, regolamenti e norme disciplinari per la rete provoca sempre un po' di orticaria; tutto quello che potrebbe limitare la libertà d'espressione non ha un buon odore, ma l'applicazione di una buona "netiquette" e un po' di correttezza sarebbe auspicabile. 
C'è comunque in atto una sistemazione selvaggia, che sarà lunga, dei ruoli che ogni mezzo può svolgere, fatta di invenzioni, estensioni, hacking, scambi, sviluppi, fusioni e nuovi skills e applicazioni. 
I blogs individuali e ogni tipo di pagina personale che un utente puo usare per mettere in rete pensieri immagini e contenuti vari, e scambiare reazioni nel networking sociale (facebook, twitter, myspace, oknotizie ecc...), sono i fattori veramente determinanti dei cambiamenti che vanno ad accadere nel flusso globale dell'informazione. 
I giornali e altri strumenti editoriali organizzati hanno staff e risorse che permettono loro di stare molto più sulla notizia immediatamente là dove la notizia accade. Finchè erano solo cartacei i commenti e le osservazioni erano talmente lenti e laboriosi che il flusso era sostanzialmente a senso unico. Col digitale il flusso è nei due sensi,come minimo.
In questo panorama la concorrenza fatta scopiazzando e pubblicando contenuti altrui diventa  di fatto stupida. E diventa sempre più importante invece sulle pagine personali il commento approfondito, la disamina dei fatti, l'opinione articolata, la critica possibilmente propositiva. 
Ancora tutto necessariamente anarchico, come la vita intorno, la rete è uno sconfinato miscuglio di letame e diamanti, pone spesso problemi di onestà  e attendibilità dei contenuti, ma, come nella vita intorno, bisogna imparare a navigare, tanto, come la vita, non la fermi. 

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