giovedì 30 agosto 2012

EPPURE...QUALCOSA SI PUO' FARE...nella crisi....


 L'abbraccio. E.Schiele   
      Mentre mi acconcio(!) al computer per scrivere d'una cosa che mi gira da un po' per il cocomero, cioé degli strumenti per contrastare gli effetti della crisi, mi vengono in mente alcune cose che
richiedono un prologhetto che spero non sia troppo lungo.


      Seguendo le notizie che riguardano l'economia e la finanza, da vecchio studente di economia, mai laureato, facendo accuratamente le pulci a tutte le fonti più o meno interessate a sostenere l'una o l'altra tesi, soluzioni, proposte infallibili o previsioni e rating, che ci scodellano ogni giorno, è sempre stato molto interessante verificare come le varie tesi sostenute, sembrano certo muovere solo da calcoli e algoritmi "economici", ma in realtà traggono origine e forza da pulsioni psicologiche, da volontà di potenza e annessi (bisogno di attenzione...etc) che i vari attori esprimono muovendo e facendo fruttare quello che per loro è la cosa più degna di attenzione. 

      Bisogna dire che lo facciamo necessariamente tutti, ma il denaro è solo uno dei tanti succedanei espressivi dei nostri bisogni profondi. E qualunque cosa ognuno sbandieri per sentirsi degno, credo che nessuno possa prescindere dalla responsabilità, primo presupposto di un rapporto "sano" col prossimo, senza il quale non so di quale dignità si possa cianciare. 

      Detto questo vorrei parlare di qualcosa che può dare speranza a tutti quelli che vengono aggrediti dalla crisi. Io, purtroppo, ho una idea abbstanza precisa di come può andare a finire questa crisi, opinabile naturalmente, ma espressa abbastanza precocemente e che tutto quello che è successo finora (quantitative easing, rigore, rating, fiscal compact, antispread, eurobond..), non è riucito a farmi ripensare, che può essere letta QUI. Io sono convinto che andremo comunque a un impoverimento generale molto profondo, che andrà avanti, forse lento, ma sicuro, con una serie di conseguenze sociali molto pesanti: disoccupazione,  lotte tra poveri, delinquere, schiavitù, malattie non curate, e soprattutto condizioni di lavoro pesantissime.

      Con una prospettiva come questa per noi dovrebbe essere automatico tornare a una tradizione che nei secoli è stata un punto di forza della cultura e dell'economia italiana. Sto parlando della cooperazione. Mi rendo conto che, in un momento di speranze così scarse, può sembrare un discorso un po' "da scemo", ma io guardo a quello che è successo in tanti momenti della nostra storia difficilissimi, dal tardo medioevo all'ultimo dopoguerra. Tuttora, alcune attività economiche che continuano ad esportare in tutto il mondo, sono iniziate con gruppi di persone che si sono associate, hanno messo in comune quel poco che avevano e hanno cominciato a lavorare.

      Il vero capitale è sempre stato l'essere umano, le invenzioni, le capacità, il rapporto col territorio, coi bisogni e con le risorse. I capitalisti l'hanno sempre saputo molto bene, e usato benissimo (pro domo sua). Ma se arrivasse davvero quello che io temo, il valore di questo capitale sul mercato del lavoro diventerebbe irrisorio, data l'enorme differenza che si creerebbe tra domanda e offerta d'occupazione. Come tendenza è già in atto, ma io ho una paura fottuta che siamo solo all'inizio purtroppo.

      Io tremo soprattutto per i nostri figli e nipoti, o per chi, già da ora disagiato ha una scarsa protezione sociale, che va a sparire, visti i progetti di legge dei governi Italiano, Spagnolo, Greco e forse non si fermano qui. Se la prospettiva può diventare divorarci a vicenda, forse è meglio imparare e insegnare ad aiutarci piuttosto, visto che avremmo problemi abbondanti anche senza aggressioni.

     Anche qui è il caso di far funzionare le spinte più "redditizie", la rabbia e la disperazione non pagano, ma non abbiamo solo quelle nelle viscere,ma anche la speranza e la spinta a costruire insieme. 
La solidarietà, la cooperazione, l'associarsi; quello che ha fatto nascere economie fiorenti da tempi durissimi è lo strumento che potrebbe consentirci di esibire un ragguardevole dito medio incu....ahem...in faccia alla crisi.




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