sabato 7 dicembre 2013

LA MERDA E LA CIOCCOLATA

Confinato, salvo penose sortite, nel mio lettaccio invaso da computer hub dischetti e chiavette, inchiodato dalla lombalgia, m'aggiro per  libri notiziari siti web editors di testo vari. Sono
incazzato e depresso soprattutto perché mi muovo con difficoltà, non lo sopporto.
      Seguo stanco le notizie, le giravolte meschine della maggior parte dei personaggi che si alternano e propongono meravigliosi salvataggi dalla sciagura che incombe. Che la sciagura incomba non è così lontano dalla realtà, il futuro non è certo roseo, ma di sicuro qualcuno ci azzuppa. Mi ricordo un vecchio detto “er pianto frutta er dieci per cento”; nel caso attuale la paura e l'ignoranza ci hanno una bella resa. 
     Siamo sicuramente impauriti dallo sfacelo e tenuti all'oscuro da chi dovrebbe informarci. Veramente qui già si può fare qualche distinzione, depennando con cura tutte le fonti che sparano i titoli più sensazionalistici e i disvelamenti di grandi misteri. Alzare polvere, far volare gli stracci e buttare la merda nel ventilatore ormai sono branche d'una scienza che sta distruggendo quel delicato equilibrio tra sano senso critico e capacità di affidarsi che consente di progredire. 
     Infatti oscilliamo come un pendolo impazzito tra la convinzione che siano tutti ladri e quella speculare che ci sia il grande demiurgo che ci pensa lui, a volte le due cose insieme, che non è male come film, forse un po' stantìo. Se invece di aderire come boccaloni all'una o all'altra favola c'ingegnassimo per mezzora al giorno a soppesare l'attendibilità delle puttanate che sparano, almeno cercando un po' tra le migliaia di fonti e tesi differenti che “destitempi” è possibile compulsare, eviteremmo di oscillare tanto, che fa pure venire il giramento...di testa. 
     In tutti gli ambiti le brutture, “la merda”, e le cose buone, “la cioccolata”, sono sempre strettamente intrecciate; ma noi abbiamo perso il fiuto, annebbiati dai fumi e fetori sparsi appunto da chi non vuole che distinguiamo
     Di delinquenti ce ne sono sicuramente tanti, adesso più di prima, perché hanno tentato d'insegnarci, scuole di pensiero economiche e filosofiche, che l'avidità era il motore del mondo, ignorando l'altro potente impulso umano, quello di costruire insieme. Visti i risultati, nell'economia e nella società, forse è il caso di ripensare un tantino i modelli sociali. Non fanno notizia ma ci sono, gli onesti, una minoranza può darsi, dati i tempi, quelli che fanno il proprio lavoro con cura, compiaciuti che sia ben fatto, attenti non solo a se stessi.
     Quello che ormai pare assodato è che delinquenti e onesti non sono appannaggio di una sola parte politica, quindi non possiamo fare sconti a nessuno, né dare credito automatico a chiunque tenti di darsi un'etichetta attraente.
     Ma sembra di parlare al vento, una lingua che nessuno capisce più, ma se non ritroviamo un po' di fiducia siamo fottuti, non solo economicamente, forse anche peggio.  

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