venerdì 18 aprile 2014

DISCORSETTO SUI PIANI DI ZONA

I piani di zona compresi nel Piano Regolatore Generale di Roma e le sue varianti pongono molti problemi agli abitanti delle zone interessate.           Quando abbiamo appreso del piano di zona, almeno io, non ho immediatamente compreso la pesantezza delle
ricadute sulla nostra zona. Andandoci un po' dentro abbiamo capito che si va a prefigurare una serie di problemi nient'affatto leggeri per noi e per tutta l'area circostante dei quartieri e delle borgate qui intorno,che sono già da tempo saturi riguardo a viabilità, servizi sociali, degrado, ambiente, indici abitativi e urbanistici. 
     Negli ultimi giorni ho cominciato a sentire proposte che parlano di contenere il danno cioé accettare il minimo possibile delle cubature, del consumo del territorio, del danno ambientale, geologico ecc....
     Sommessamente, vorrei far presente che ci sono anche argomenti meno pessimisti volendo esaminare tutte le possibilità, sempre che lo si voglia fare. Prima di tutto credo che dovremmo almeno provare a far rispettare agli stessi estensori dei progetti gli impegni presi e le norme citate nelle fasi deliberative.Cercando di capire di cosa parliamo, per esempio:
      Negli incontri con l'assessore Caudo ci sono state alcune obiezioni da parte dei “nostri” molto importanti, che l'assessore ha elegantemente sorvolato, ma che penso vadano invece approfondite. Queste riguardavano l'iter amministrativo e attuativo dei piani (valutazione estimativa, deliberazioni, convenzioni...). 
Gli atti sono pubblici e andrebbero accuratamente spulciati. Leggo dalla relazione istruttoria: varianti urbanistiche da zone “N” ed “H2” a zona “E3”
......Cioé da verde pubblico e agro romano vincolato a “espansione”(?).....Darci un'occhiata ? Ci sono esempi enormi a Roma di cambi di destinazione delle aree illeciti. Progetti bloccati sospesi in un limbo sui quali qualcuno, un giorno, dovrà decidere.
       Dal progetto approvato leggo: (stringendo)
Comune di Roma – XLIX Variante Integrativa sostitutiva del II PEEP, inserimento del Piano di Zona D11 “Grotte Celoni” in variante al P.R.G.. D.C.C. n. 163 del 25-26.07.2007 – Approvazione.
............sull’area è presente un fosso parzialmente tombato che incanala le acque superficiali ricadenti in circa 50 ha di terreno. Tale fosso dovrà essere mantenuto integro come prescritto dal D.L. n. 152 del 03/04/2006 “Norme in materia ambientale”, che all’Art. 115, tutela delle aree di pertinenza dei corpi idrici, Comma 1 vieta il tombinamento di fossi ...........
il fosso non dovrà, comunque, essere attraversato dalle opere in progetto in modo da mantenere una luce idonea al passaggio delle acque........ Eventuali strade e linee di servizi dovranno essere progettate e realizzate in modo da attraversare il fosso senza alterarne la sezione e senza chiuderlo anche solo parzialmente..........pertanto occorre tenere una distanza di almeno 10 m dalle sponde dei corsi d’acqua........... nel caso i risultati delle indagini non facessero ritenere possibile un abbattimento della vulnerabilità della falda stessa e pertanto del rischio di inquinamento, l’area in questione dovrà essere considerata inedificabile e stralciata dal presente piano di zona.........
         E tutta una lunga serie di prescrizioni, molto stringenti, in materia geologica idrogeologica e archeologica che sono parte integrante del piano approvato. 
        Mappa alla mano, è praticamente impossibile edificare rispettando tutte le prescrizioni, ma per i costruttori non è un problema purtroppo, loro tirano su comunque.Tra l'altro ignorarle per me è andare in cerca di guai (allagamenti crolli e altre piacevolezze).
         Due sono soprattutto le problematiche grosse per noi: la mobilità e il dissesto idrogeologico e ambientale. Sono vari anni ormai che mezz'ora di pioggia violenta ci regala venti centimetri d'acqua, le fogne esplodono. E uscire da qui in macchina significa finire imbottigliati senza speranza. La viabilità del piano è “commovente”(vièddapiagne). Per chi sa come ci si muove in questa zona è roba da Biancaneve e i sette nani. Metterci altri 1250 appartamenti....non ci sono parole.
        Allora, se qualcuno deve lavorare, aziende e lavoratori, se i capitali e le aree devo diventare redditizi, c'è molto da fare, roba da lavorarci per anni. 
        Noi, parlo dei comitati d.q. Villaggio Breda Fontana Candida e Gaia Domus, abbiamo già presentato un progetto alternativo per questa zona, il RE.VI.VAL. già definito negli indirizzi di massima. In collegamento con questa proposta io penso sia importante pensare a un progetto che includa tutto il territorio del sesto municipio, con gli stessi principi base del REVIVAL. Collegarci con gli altri quartieri ed elaborare un progetto che tenda al recupero e alla valorizzazione di questo versante di Roma, già pieno di problemi che continuano a crescere. Collegamenti viari più ampi e veloci tra i quartieri e tra questi e il centro, che tengano conto degli incrementi inevitabili, aree museali e artistiche, biblioteche, reti di trasmissioni dati, scuole, edilizia popolare, centri di servizi efficienti sia commerciali che amministrativi, parchi e aree verdi, tutte le strutture di smaltimento, sia delle acque che di tutti i tipi di rifiuti, che evitino esplosioni prossime venture, recupero dei bacini idrici naturali, e quant'altro emerga come bisogno e necessità sociale e ambientale. Tanto più necessario e urgente in quanto con l'anarchia e l'incuria attuali i problemi cresceranno sempre più.

Nessun commento: